nome di dio

YHWH

Il tetragramma biblico è la sequenza delle quattro lettere ( greco: tetragràmmaton; τέτρα-, «quattro» e γράμματα, «lettere») ebraiche che compongono il nome proprio di Dio (lat. theonymum) utilizzato nella Bibbia ebraica, il Tanakh, o per i cristiani l’Antico Testamento, in cui «il nome ricorre più di seimilaottocento volte».

Isaia 42:8
Le quattro lettere del tetragramma sono in ebraico יהוה (yod, he, waw, he, da leggersi da destra a sinistra). La traslitterazione più comune è: YHWH. Dato che nella lingua ebraica non si scrivono le vocali, il tetragramma biblico è costituito unicamente da consonanti. Fin dall’epoca persiana, per un’interpretazione restrittiva del secondo dei dieci comandamenti, gli Ebrei considerano il tetragramma come troppo sacro per essere pronunciato e perciò la corretta vocalizzazione (l’interpolazione di vocali alle consonanti) delle quattro lettere del tetragramma è andata col tempo perduta. L’Ebraismo, quindi, ritiene persa la corretta pronuncia del nome sacro.

CIOE’ IL POPOLO CHE HA RICEVUTO IL NOME DI DIO E CHE HA DI FATTO SCRITTO E PORTATO A NOI SECOLO DOPO SECOLO IL VECCHIO TESTAMENTO NON CONOSCE COME LEGGERE YHWH! 

Però quelli venuti dopo che non hanno mai parlato o semplicemente conosciuto una delle persone che parlava la lingua, quella lingua che parlava MOSE’… affermano che loro conoscono il nome di DIO! che loro sono in grado di leggere il nome di Dio e cioè YHWH esattamente come DIO lo ha pronunciato a Mosè sul monte Sinai?

Io non sono un genio, ne un letterato, ma vorrei sapere come hanno fatto a farlo. Di fatto abbiamo un vero problema visto che gli storici e centinaia di studioso non sono neanche in grado di “Pronunciare” nella lingua originale neanche i geroglifici che sono sicuramente più vicini a noi storicamente e da un popolo che era presente al tempo dei romani!

Quindi queste persone pur avendo un grosso problema di non sapere quali “Vocali” ci fossero e anche se le conoscessero non saprebbero come pronucciarle correttamente affermano di conoscere e saper pronunciare il VERO NOME DI DIO? 

Roberto Robèl Roparzh Роберт  questo è lo stesso nome in diverse lingue Quale è quello giusto e cioè il mio? 
Se per strada mi chiamassero Roparzh mi girerei a vedere chi mi chiama? 
E se scrivessi questo RBRT e tra mille anni una persona che non parla Italiano e La lingua Italiana fosse Estinta da secoli come pronuncerebbe il mio nome? Tu pensi che sarebbe in grado di capire che si scrive ROBERTO e si pronuncia come adesso in Italiano?
E se per caso io fossi un DIO e li ascoltassi sapendo che gli o lasciato solo RBRT e loro non sanno come leggerlo correttamente e quindi non riuscendo a saperlo mi chiamano con un “appellativo”… invece di usare un nome che non mi appartiene ne sarei felice? Se Ti Chiamasero con un nome che non è il tuo cosa penseresti? ne saresti felice, indifferente o irritato?

Ma dobbiamo anche chiederci cosa era il nome per quei popoli? 

In Israele l’imposizione del nome era associata alla circoncisione; presso gli ebrei la scelta del nome aveva una importanza speciale, poiché vigeva la cre­denza che il nome manifestasse la natura e in certo senso segnasse la sorte di colui che lo portava, Il nome di Gesù venne indicato da un angelo ancor prima che egli fosse concepito nel seno materno (Lc 2, 21): si tratta di un riferimento alla sua paternità divina. La conversione di Saulo si manifesta anche nel suo nuovo nome, Paolo. Quando Gesù dà ai due fratelli Giacomo e Giovanni il soprannome di Boanerghes, vale a dire “figli del tuono” (Mc 3, 17), questo fatto è la prova della loro impetuosità e della loro grande forza di testimonianza. Ai suoi discepoli Gesù dice: “Rallegratevi….che i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10, 20). 

Il cambiamento del nome: Abramo e Sara, Giacobbe, Simone.- Il mutamento del nome, secondo un disegno imprescrutabile che viene dall’alto, lo troviamo nel vecchio testamento: “non ti chiamerai più Abram / ma ti chiamerai Abramo / perché padre di una moltitudine / di popoli ti renderò” (Gn 17,5).

Per dimostrare che il patriarca è qui interamente in funzione del suo popolo, Dio cambia il suo nome: Abram diventa Abraham per significare, per assonanza con ab-hamion, “padre di una moltitudine”, e portare così, nel suo stesso nome, quello che gli offre la promessa: la ottenuta grazia di una discendenza.

Da questo punto in avanti il nome di Abramo diventa Abraham. Il cambiamento del nome indica l’ingresso di Abramo in un nuovo ordine di Provvidenza, cioè, in un rapporto di alleanza con Dio, a cui la circoncisione darà un’espressione esterna. Per questo motivo nel giudaismo posteriore si usò imporre il nome al momento della circoncisione (Lc 1, 59). Il cambiamento del nome indica sempre un particolare progetto di Dio sull’uomo; è come se Dio volesse dire: “Adesso sei un uomo nuovo e ti viene affidato un progetto nuovo che non è tuo, ma è mio”. Abraham, infatti, richiama il concetto di padre di una moltitudine.

Dio prendeva in pugno il patriarca e ne orientava il destino (Gn 2,19).

E’ cambiato anche il nome della sua sposa: Sarai diventa Sara (Gn 17,19), principessa, madre di principi e di re, che promette ai suoi discendenti il dominio regale.

…Riprese: Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con gli uomini e con Dio e hai vinto! (Gn 32, 29). Il brano ricorda la lotta di Giacobbe con l’angelo. Giacobbe ne esce vittorioso pur restando zoppo, ma l’essere misterioso con cui ha lottato gli cambia nome: “Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele” perché Israele significa “Lottare con Dio”; Giacobbe vince la lotta con Dio solo nel senso che riesce a farsi benedire da Lui. (Cfr. Gen 32, 27).

Giacobbe si trova di fronte a “un uomo” con il quale deve lottare fisicamente, perché gli impedisce il cammino; nella lotta comprende che è un essere misterioso. L’essere misterioso gli chiede il nome e gliene impone uno nuovo: “Israele”, cioè “colui che è forte davanti a Dio”. Nelle circostanze del racconto, il nome nuovo è un presagio di vittoria.

Giacobbe (ora Israele), a sua volta, chiede il nome dell’essere misterioso, il quale rifiuta di rivelarglielo, però lo benedice, facendogli così intendere che il suo nome è benedizione ed è presenza che non uccide, e che dà la vita.

Quindi per i popoli di quell’ epoca il nome non è come oggi una cosa slegata dalla persona data perche ai genitori piace è di moda o è il nome di un famigliare… Per quei popoli il nome doveva rappresentare un Valore un “legame”  esprimere chi era quella persona… Poichè una persona poteva mutare nel tempo anche il suo nome poteva mutare per definirla al meglio… 

il nome ebraico שָׁאוּל (Šā’ūl) Saulo; generalmente viene ricondotto al participio passato del verbo ša’al (“egli chiese”), e interpretato quindi come “implorato”, “richiesto”, “domandato”, “desiderato”
Saulo cambio il suo nome in Paolo , Scelse un nome di grande modestia cristiana, Nome di origine antichissima derivato dall’aggettivo paulus, che significa ‘poco grande’, cioè ‘piccolo’ (noto fin dall’epoca dell’antica Roma, trattandosi del cognomen romano della gens Aemilia).

Quindi il nome che per noi oggi non ha un significato particolare per i popoli antichi aveva un grande peso.

Ma allora DIO sapeva di questo? A quanto è scritto DIO sapeva del valore del nome e che esso potesse essere cambiato.

Ma quale nome o carattere o lettera o parola esistente al tempo poteva definire DIO? NESSUNA.

E può un essere senza tempo e senza luogo avere un nome proprio? a cosa gli serve essendo unico e non definibile con nessuna lingua umana?

E poi fate CRISTO BUGIARDO? quando afferma questo:

Giovanni 1:18
Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere.
Giovanni 5:37
Il Padre che mi ha mandato, egli stesso ha reso testimonianza di me. La sua voce, voi non l’avete mai udita; il suo volto, non l’avete mai visto;

Quindi chi era nella Bibbia che parlava con Adamo ed Eva Chi parlo con Noè, Chi Diede i Dieci comandamento a Mose? Chi parlo nei secoli con il popolo di Israele? 

A quanto afferma CRISTO quel essere che identifichiamo come padre non si è mai rivelato al mondo. 

Apocalisse 1
1 Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. 2 Questi attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo, riferendo ciò che ha visto. 3 Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e mettono in pratica le cose che vi sono scritte. Perché il tempo è vicino.
4 Giovanni alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono, 5 e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, 6 che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
7 Ecco, viene sulle nubi e ognuno lo vedrà;
anche quelli che lo trafissero
e tutte le nazioni della terra si batteranno per lui il petto.
Sì, Amen!
8 Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Questo articolo finisce qui, perchè penso chi ha illuminazione avrà compreso che il nome di Dio è un appellativo, Dio non ha un nome, ha molti nomi. Ogni nome identifica una sua qualità e una sua essenza. Chi vuole dare un nome a DIO dicendo “noi sappiamo il suo nome” sta violando uno dei comandamenti “non mentire”, perchè se DIO avesse voluto che NOI conoscessimo il suo nome e fossimo in grado di pronunciarlo GESU’ CRISTO lo avrebbe detto ai suoi apostoli , nella preghiera del Padre Nostro o lo avrebbe rivelato in altre occassioni … Paolo che aveva a che fare con i Gentili che non erano più sotto la legge Ebraica, se avesse conosciuto il nome di DIO lo avrebbe scritto nelle sue lettere, invece scrive sempre un “aggettivo” che si riferisce a Dio. L’unico nome che viene scritto è quello di Gesù. 

Quindi a DIO di fatto non importa che si “Trovi” il suo nome, il fatto stesso che ne vietò l’uso fa capire che era ben altro importante… Noi possiamo rivolgersi a DIO con gli appellativi che ci sono stati tramandati, sopratutto PADRE, che è il più importante.